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domenica 7 dicembre 2008

Racconti:Quella maledetta sedia a rotelle.

Avevo circa sedici anni quando la sorte mi relegò su di una sedia a rotelle. La famiglia, gli amici e tutti i conoscenti mi sono stati vicini ed ancora lo sono tutt’ora. Mi sono deciso a divulgare la mia storia contattando “ ilgobbetto” che mi fa da tramite, giacché sono convinto che essa non sarà l’unica nella sua singolarità, bensì la ritengo emblematica di una situazione di disagio per noi paraplegici. Avevo ormai ventuno anni e tutti mi assecondavano, premurosi ma, nessuno osava pensare che in mezzo alle gambe ormai morte, vi fosse vita, vita pulsante e desiderio maschio di avere e fare del sesso, tutti presi dalla missione umanitaria “del fate bene fratelli”. Di ciò se ne avvide mia madre che tre volte la settimana mi faceva il bagno nella vasca, con un notevole sforzo fisico. Purtroppo e dico purtroppo i passaggi con la spugna nell’acqua calda rappresentavano per me l’unico contatto che avessi con i miei genitali, di qui la reazione incontrollabile e mortificante per me e mia madre pure. La storia si perpetrava da tempo ormai ed un pomeriggio nel mentre la mamma mi asciugava tutto nudo, passò l’asciugamano sul pene ritto, io ero imbarazzato ed arrossito in viso per l’eccitazione e per la vergogna. La mia mamma anch’essa mortificata, abbassò lo sguardo al suolo e sussurrandomi “ ho capito anche tu ne hai bisogno…” prese tra le mani il cazzo e, sempre tenendo fisso lo sguardo al suolo, prese a masturbarmi con leggerezza ed infinita dolcezza. Il contatto era per me piacevolissimo ed ormai il respiro affannoso era incontrollabile, la mamma disse “ non trattenerti, lasciati andare” poco dopo sotto le carezze esperte sentii defluire dal pene del liquido, la sensazione era simile ma, non uguale alla minzione, ma molto più bella. Dopo, ebbi uno stato di eccelso appagamento, ella mi prese tra le braccia ed al solito mi adagiò nell’onnipresente sedia. Mi abbracciò e nel farlo sentii le sue lacrime correrle lungo le gote. La baciai. L’amavo immensamente, non sapevo come dirglielo se non altro che con un bacio. Eravamo nella cucina e, l’aria la si poteva affettare col coltello, tanto era greve. C’erano dei momenti in cui la mamma non riusciva a sostenere su di me lo sguardo come prima. Nel pomeriggio la osservai mentre armeggiava sfogliando un giornale locale, leggeva le ultime pagine, convinta che io fossi intento a seguire la televisione. Il venerdì successivo giorno del bagno, vidi con soddisfazione che era finalmente serena: che avesse accettato anche il fardello del dovermi masturbare un paio di volte la settimana? Ne era trascorsa soltanto una dalla prima volta. Durante il bagno e la successiva asciugatura, non si curò affatto dello stato di eccitamento del mio cazzo anzi, lo ignorò del tutto. Dopo mi accompagnò nella cameretta dove risiedevo, che avevo indosso soltanto un accappatoio. Mi si sedette davanti e mi parlò con il più evidente imbarazzo che potesse dipingersi sul viso, biascicando le parole ed aiutandosi coi gesti:
“ ...vedi, non posso continuare a farti quelle cose, come è accaduto le volte passate. Io sono tua madre e per l’amore che ti porto, darei tutto ma, proprio tutto il sangue dalle mie vene, se potessi fermare il tempo fino al giorno dell’accaduto. Sai che ciò non è possibile! Allora ho convocato per te una ragazza a pagamento, dal giornale degli annunci. Ella ti darà la soddisfazione sessuale che la vita ti nega. Ovviamente la somma chiestami in cambio è sostanziosa per cui non sarà possibile convocarla spesso, ma con un ulteriore sacrificio, posso donarti almeno questa gioia, che capisco benissimo essere solo un palliativo. Per questo tra poco ella verrà e vi chiuderete in camera tua. Se qualcosa non va, oppure la cosa in generale non ti garba, chiamami ed io intervengo. Capito? Va bene? “. Annuii volgendo lo sguardo al pavimento.
Il campanello trillò e la ragazza venne avanti nel salotto dove io l’aspettavo. Bruna, asciutta, coi tacchi a spillo, fasciata in un vestitino delizioso, truccatissima con aria professionale si accomodò mentre mia madre fece le presentazioni. Si appartarono qualche istante a confabulare per poi venire dov’ero io ad attenderle. Chiara, disse di chiamarsi, prese la sedia a rotelle dirigendosi nella mia cameretta. Chiuse la porta alle sue spalle e come doveva averle indicato mia madre mi depose sul letto lasciando cadere in terra l’accappatoio. Salì sul letto accarezzandomi il sesso gonfio già nell’attesa. Per la prima volta vidi, anzi sentii, il calore ed il piacere della bocca di una donna che mangiava tutto mio cazzo! Era semplicemente splendido, stupendo. Mi mandò in estasi quel contatto mai provato prima d’allora. Mi lasciai andare alle sue esperte mosse, spiavo avido il suo sesso che teneva nascosto tra le gambe, provavo un’irrefrenabile curiosità nel voler vedere com’era fatto il sesso di una donna, una donna vera, non come quello delle ragazzine, ricordi della passata fanciullezza! Chiara mi fece godere moltissimo con la bocca prima di prendere dalla sua borsetta un affare come un palloncino allungato che con tanta attenzione e premura volle applicare sul pene eretto, facendolo scivolare fino alla base, in modo da ricoprirlo per intero. Salì ponendosi cavalcioni sul mio pube, infilandosi dentro il pene, poi se lo fece scivolare per intero nel suo corpo. Il calore e la sensazione di pressione intorno al mio sesso, era davvero la fine del mondo. Ella non si alzò da quella posizione, anzi cominciò a scivolarmi addosso in un movimento di avanti ed indietro ritmico in lieve ma costante accelerazione. Godevo come non mai sotto le sue abili mosse da professionista del sesso! Mi portava fino alle soglie dell’orgasmo per poi fermarsi in attese spasmodiche ed esasperanti. Era davvero brava nel suo lavoro. Osservavo le tette ballonzolare ed il suo bacino flettere ed incurvarsi nel moto di andirivieni. Mi portò all’orgasmo che deliravo quasi con la bocca incollata alle sue tette pendule. Venni come un fiume in piena, ripetutamente con il respiro affannoso. Lei rallentò la corsa con gradualità fino a fermarsi del tutto. Stette ancora un poco tenendosi dentro il mio pene ancora gonfio, poi però si alzò e finalmente vidi la fica di una donna aperta e tutta rossa. Chiara mi tolse il preservativo che racchiuse in un rotolino di kleenex, poi mi portò di nuovo sulla sedia a rotelle fino al bagno dove mi lavò accuratamente il pene oramai flaccido. Ero felice davvero, per un solo attimo ho assaporato quello che la vita ed il destino mi avevano sottratto! Chiara andò via salutandomi dopo avermi sussurrato nell’orecchio: “ …sei ben messo, hai un bellissimo membro…” se ne andò dopo aver intascato la somma pattuita con mia madre. Era vero, non potevamo permetterci quella spesa frequentemente, non potevo però neanche permettere a mia madre di fare ulteriori sacrifici. Eravamo in un vicolo cieco.
Lunedì mattina venne da noi una vecchia conoscenza della mamma, almeno così aveva detto. Si appartarono confabulando animatamente, certe che io fossi distratto dall’ascoltare musica con le cuffie, si scambiarono carezze sul viso. Scesero insieme a fare delle compere, mi dissero. Si conoscevano fin dal ginnasio per poi perdersi di vista quando si erano fidanzate. Si rincontrarono ad una cerimonia di una comune conoscente che le aveva invitate, e lì stettero tutta la serata a rivangare i vecchi tempi. Ritornarono qualche ora dopo, Lara, ci salutò promettendo che sarebbe ritornata all’indomani, giorno del mio usuale bagno. Versi le dieci del mattino il trillo del campanello, annunciò che Lara era giunta. Entrò con un vassoietto di cornetti caldi fumanti, della locale pasticceria, e che avremmo consumato poi, si disse. La mamma e Lara si diedero da fare per preparare il mio bagno, ed il solo pensiero che potessi essere aiutato dall’amica della mamma, mi portò uno sconforto che mi rese cupo e pensieroso. Nel bagno mi ci trainò la mamma tuttavia, anche Lara ci seguì e l’aiutò a togliermi gli abiti, che buttarono nel cesto della biancheria sporca. Ero stramaledettamente imbarazzato e, l’essere sommerso completamente nell’acqua e sapone mi diede una seppur labile difesa. La mamma e Lara si aiutarono vicendevolmente alternandosi tra la spugna ed il sostenermi. Passava la spugna con insistenza Lara, tra le mie gambe, e purtroppo il contatto mi procurò la stramaledetta erezione del cazzo, che manco a dirlo fuoriusciva con la cappella fuori dall’acqua e dalla schiuma come il periscopio di un fantomatico sommergibile. Il gioco di sguardo tra le due non mi sfuggì, ciò mi confermava che il tutto era ben architettato e, seguivano una sorta di falsariga congegnata a tavolino! Mi portarono sul letto non della mia cameretta, bensì in quello della mamma, che aveva disteso su di esso un vecchio lenzuolo stropicciato. Lì disteso e nudo come un verme, Lara si diede da fare con polveri e deodoranti, assistita dalla mamma, però, ogni tanto dava dei colpetti col palmo della mano al pene ritto e gonfio. Il gioco, passata l’iniziale turbamento, cominciò a piacermi. Lara era un donnone, se confrontato alla figura slanciata della mia mamma, aveva molto più petto e, tanto, tanto bel culo fasciato dalla gonna elasticizzata che ne sottolineava le forme. Il gioco si fece serio, sotto gli occhi della mamma quiescente, Lara prese il cazzo tra le mani e dolcemente lo masturbò scoprendo l’intera cappella rossa e lucida, mi guardò fisso negli occhi per leggerne il gradimento, quindi decisa, leccò la punta e pino piano se lo ficcò in bocca, come fece la ragazza squillo. Lara succhiava e di tanto in tanto guardava la mamma seduta all’altro lato del letto. Si fermò alzandosi per spogliarsi a sua volta, lasciando cadere gli abiti sul pavimento. Salì sul letto tutta nuda con le poppe ballonzolanti, e le chiappone toste, mi si parò innanzi col culo all’aria, riprendendo a succhiare continuando a guardare la mia mamma come se dovesse partire una scena che non partiva . si alzò determinata e, salitami cavalcioni sul viso mi piazzò il suo sesso rosso vivo, con due grosse labbra esterne ed una minuscola escrescenza grande come la falange di un dito, proprio in alto all’attaccatura della fessura con la parte esterna. Mi premeva sul viso, umida e bagnata da un essudato appiccicoso dall’odore forte e gradevole. Presi a leccare infilandoci dentro la lingua più che potevo, era semplicemente bellissimo, perché ella sembrò rispondere muovendosi a quella cosa che facevo per la prima volta! Dopo parecchio tempo Lara scivolò un basso scoprendomi il viso, che lasciò tutto invischiato di umore della sua fica, così potei vederle che, strette si baciavano furiosamente con la lingua in bocca! Lara stava denudando letteralmente la mia mamma, che a sua volta rispondeva con la stessa lussuria. Si infilò dentro la fessura il pene dritto tostissimo, e senza di quella specie di palloncino che la ragazza mi aveva infilato l’altra volta. La sensazione era mille volte più intensa;bellissima. Mi chiavava muovendosi su e giù impalandosi senza ritegno e sospirando. La mia mamma, si era chinata dietro di lei nascosta ai miei occhi, ma sentivo che le stava leccando il culo e la fica che scorreva sul mio cazzo. Immaginai che stesse leccando la stessa bava che avevo leccato io dalla sua fica, ebbi ancora una maggiore spinta sessuale. Si fermarono, fece distendere la mia mamma, sul letto di traverso e senza sfilarsi il pene dalla fica si chinò verso di ella a cosce aperte ( vidi così per la prima volta la fica della mia mammina) leccandola con tanto trasporto che mi sembrò volesse divorarla! Era troppo, non ressi ulteriormente, a quella scena erotica, sentii il getto che fluiva dentro il corpo di Lara, il liquido sembrò non dovesse finire mai, Lara lo avvertì per questo si fermò stringendosi sul mio pube mantenendosi quasi incollata. Si alzò con mille cautele, stringendo le labbra della sua fica con l’indice ed il medio onde non far colare la sborra. Si posizionò sul viso della mia mammina, e aprì le dita lasciando colare un rivolo di sborra lattiginosa, la mamma leccò tutto e afferrate le labbra esterne enormi della fica di Lara le ingoiò succhiando ed ondeggiando il capo di qua e di là. Mi lasciarono in disparte, le due amanti, posizionandosi nel classico sessantanove e posso dirlo con tutta franchezza, ci diedero dentro come due ossesse. Lara convinse anzi, forzò la mia mamma a succhiarmi il pisello, quand’ebbro terminato loro due, pisello che con lei, aveva una sorta di filing ( alla faccia del neologismo!) perché riprese subito vigore divenendo duro, Lara montava come se avesse un cazzo tutto suo e con esso penetrasse nel culo, la mia mamma distesa con il ventre sul letto ed intenta a succhiarmi. Quando si avvide che s’era fatto bello duro, la sollevò di peso infilandola sul mio cazzo dandomi però le spalle; lei Lara, si posizionò davanti distesa a leccare la fica della mia mamma che scorreva sul mio cazzo eretto. Continuò a pompare, era brava anche o forse di più la mia mamma, le chiesi di voltarsi, lei dolcemente lo fece, distendendosi sul mio corpo, sempre tenendosi dentro il mio cazzo, la baciai stavolta esplorando la sua bocca con la lingua, ella rispondeva allo stesso modo, così poi mi fece succhiare anche i suoi seni. Sì, le godetti dentro, lungamente, appassionatamente, quando sentii che lei oramai veniva travolta da continui orgasmi.
Mi lavarono e vestirono, poi ci legammo in un abbraccio trino, baciandoci vicendevolmente sul viso ed in bocca. Poi è divenuta una dolce consuetudine quegli incontri. Lara e la mia mamma, erano state amanti già da fanciulle, un poco lesbiche, un poco etero, quel tanto che basta per rendere bello e non stucchevole un rapporto. Grazie!

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